Dall'alto della sua postazione la vedetta guarda in basso, girandosi lentamente a 360°. Occhi acuti che setacciano il territorio per individuare potenziali disturbi al ritmo pacifico della vita sottostante. La gente si agita per le strade e sulla placa (piazza del mercato) tra edifici in pietra con tetti di ciottoli rossi, protetti dalle alte mura che circondano la città. Le loro voci si diffondono nella brezza e toccano la tranquillità che lo avvolge. Soddisfatto che tutto vada bene, si aggiusta l'elmetto sentendo il calore del sole che gli picchia in testa e solleva il giavellotto per marciare lungo il bordo del muro che si estende in lontananza. Ancora una volta, prima di partire, i suoi occhi scrutano il verde lussureggiante, l'azzurro del mare e il luccichio della nebbia dorata, l'oro bianco.
Mi sono immerso in un immaginario passato del XIV secolo. Un soldato che faceva la guardia ai bastioni di una muraglia, di recente costruzione a quel tempo, e che ora è diventata un cimelio storico. Avete mai sentito parlare della Grande muraglia europea? Se la risposta è no, lasciate che ve ne parli io, di questo antico tesoro. E poi, cosa pensate che possa mai essere quell'"oro bianco"? Continuate a leggere e lo scoprirete.
Se avete già navigato lungo la generosa costa croata, avrete sicuramente sentito parlare della penisola di Sabbioncello (Pelješac) - l'Impero dei vini - che vanta quanto di meglio la Croazia possa offrire. Ha un'estensione di 70 km di colline e valli che corrono parallele alla costa dalmata e ad un tratto di Bosnia. Salpiamo da Ragusa (Dubrovnik) in direzione nord-ovest per il nostro breve viaggio di 35 km (22 miglia nautiche). La giornata di navigazione è stata bellissima e una leggera brezza ci ha accompagnato nell'attraversare il golfo di Stagno. Un bellissimo tratto di mare caldo e azzurro, sullo sfondo le aspre, scure e dolomitiche montagne dinariche che vigilano sulla terraferma, alcuni isolotti sparsi qua e là e le verdi e ondulate colline della penisola. Pittoresco e tranquillo!
Dal momento che per le imbarcazioni che superano i 3 metri di pescaggio non è consigliabile entrare nel porto di Stagno, che nel fondo della baia ha una profondità ridotta, abbiamo ormeggiato a Broce, a meno di 2 km di distanza. Saliti sul tender, abbiamo proseguito nel tratto finale verso la nostra destinazione.
Se venite da Lesina (Hvar), a nord, potreste scendere attraverso il Canale della Neretva, dove il fiume Neretva si riversa nella baia creando un ambiente ideale per l’allevamento di cozze e ostriche, che è solo un altra delle tante ricchezze di questa zona. Si passa accanto a strutture in cemento armato che formano le fondamenta del futuro ponte di Sabbioncello, che collegherà la penisola alla terraferma e all'istmo della penisola bosniaca, per poi entrare nella baia di Stagno Piccolo (Mali Ston). Grazie alle sue acque cristalline, la baia è stata dichiarata riserva naturale speciale nel 1983. È lunga 28 km /15 nm e ha una larghezza media di 1 nm, con un forte restringimento a 0,33 nm, e profondità tra i 7 e i 28 metri. La navigazione su questa tratta richiederebbe quindi un po’ più di tempo e il percorso non sarebbe ideale, in quanto muoversi su uno yacht tra allevamenti di molluschi, con correnti variabili e sbalzi improvvisi del livello dell'acqua (sesse) è piuttosto difficoltoso. Inoltre, da Hodilje in poi, possono proseguire solo le imbarcazioni con pescaggio fino a 3 metri.
Da Broce si vedeva l'affascinante scenario delle torri e delle mura medievali a cavallo della collina e intorno alla cittadina di Stagno e poi, man mano che ci si avvicinava, si scorgevano le saline e il Vecchio Castello (Veliki Kaštio), il cui fossato si estende verso il mare. Stagno è solo leggermente più grande della vicina Stagno Piccolo, a un chilometro di distanza. Sono situate entrambe sul tratto in cui la penisola e la terraferma si incontrano, che è noto come la “porta di Sabbioncello". Insieme a Sabbioncello, le due cittadine furono acquistate nel 1333 dal Ban in Bosnia e dal re serbo dalla Repubblica di Ragusa - un’importante repubblica marinara, che aveva al suo centro la città di Ragusa.
Stagno era abitata già in epoca preistorica e Stagno Piccolo fu fondata nel 1335 come cittadella difensiva a protezione di Ragusa. Nel 1808 la repubblica fu conquistata dall'Impero francese di Napoleone ed entrò a far parte del Regno d'Italia napoleonico. L'elemento più caratteristico è il lungo tratto di mura che collega le due città ed è proprio questo complesso di mura, torri e fortificazioni, costruito a partire dal 1358, che ci ha attirato in questo luogo. Conosciuta come la Grande muraglia europea, si estende per 5,5 km ed è la più grande cinta difensiva d'Europa, oltre che la seconda più grande al mondo dopo la Grande muraglia cinese. Notevole!
Il bello della vela è che è un gioco da ragazzi quando le condizioni meteorologiche sono favorevoli! E così siamo arrivati a destinazione carichi di energia e pronti per l'esplorazione. Abbiamo deciso all'unanimità che era tassativo fare prima di tutto una passeggiata lungo la muraglia. Dopo una sosta al negozio per comprare spuntini, bevande e acqua, abbiamo iniziato il percorso partendo dall'ingresso vicino al Vecchio Castello, che è attualmente in fase di restauro.
Il biglietto d'ingresso è di 70 kuna a persona (€10), i bambini fino a 12 anni non pagano. Per gruppi di 10 persone il costo è di 50 kn (7 €) ciascuno. Nella stagione estiva, da aprile a ottobre, sono aperti dalle 8:00 alle 18:30 e dalle 9:00 alle 15:00 per tutto il resto dell'anno.
La prima tappa del muro conduce alla torre di Nad Vodom (sopra l'acqua), che prende il nome da una sorgente di acqua dolce che si trova proprio ai suoi piedi. Da qui si prosegue dritti sul colle Podzvizd lungo un tratto ripido e piuttosto faticoso che porta al Forte Stoviš, ma che vale la pena di percorrere perché, 15 minuti dopo, vi si offre come ricompensa una vista spettacolare. Così, ci siamo concessi una pausa e abbiamo contemplato il paesaggio nel silenzio. Il mio amico ha sospirato dicendo: "Magico e senza tempo". Per quanto mi riguarda, è proprio qui che è iniziata la mia storia immaginaria di quella sentinella che, tanto tempo fa, faceva la guardia a questo luogo idilliaco!
Il belvedere si trova sulla sommità delle mura che circondano la città e che formano una sorta di pentagono irregolare. Vigneti e uliveti prosperano nei campi di Stagno sottostanti e la vecchia strada napoleonica, costruita nel XIX secolo dall'esercito napoleonico, si allunga in lontananza abbracciando la linea costiera. La rete di sentieri didattici per escursioni a piedi e in bicicletta attraversa l'intera penisola e propone alcuni fantastici siti culturali, archeologici e naturali da visitare.
In origine Stagno si trovava in una posizione leggermente diversa e contava varie chiese, di cui oggi rimane solo la chiesa di San Michele in cima alla collina. Qui sono state scoperte pietre tombali romane, frammenti di intonaco decorativo e ceramiche antiche - in particolare un affresco del VI secolo con un motivo a forma di conchiglia di pesce e un bassorilievo dell'XI secolo, raffigurante una figura umana con una corona sul capo. Questi e altri tesori archeologici e sacrali sono visibili nel lapidario nel centro di Stagno. Nella fortezza di Kaštio si può assistere alla rappresentazione audiovisiva "Cum grano salis", che mostra la turbolenta storia della zona, in particolare nei primi anni del XIV secolo.
La chiesa di San Michele è sopravvissuta a quattro grandi terremoti e persino al bombardamento delle forze alleate nel 1944, che ha distrutto la chiesa di Maria Maddalena. La città vecchia di Stagno fu completamente distrutta dal terremoto del 1252 e venne poi ricostruita nella sua posizione attuale. Le chiese di San Biagio e di San Nicola sono ancora oggi caratteristiche di spicco della città.
Oltre la città, l'azzurro del mare Adriatico e le celebri saline brillavano nell'umidità della nebbia. Il sale era un bene estremamente prezioso ai tempi di Ragusa e perciò venne definito "oro bianco"! Una delle principali ragioni per la costruzione delle fortificazioni era proprio quella di proteggere le saline da potenziali attacchi provenienti dalla terraferma. Queste saline, inoltre, hanno anche un grande valore storico, poiché nel mondo sono probabilmente le più lunghe saline antiche sopravvissute, che ancora oggi producono 2.000 tonnellate di sale all'anno, secondo l'antico metodo tradizionale. Ci sono 58 saline, suddivise in 5 gruppi, in base alle fasi di lavorazione del sale; 9 bacini di cristallizzazione intitolati a santi, ad eccezione di Mundo ( mondo), che in origine era destinata a fornire il sale ai poveri che non potevano permetterselo. Un dono biologico del mare, del sole e del vento... e il fiore di sale ("Fleur de sel"), con la sua delicata struttura cristallina a forma di fiore, usato solo per insaporire i cibi.
Il complesso di Stagno, che comprende le mura, i campi, la riserva naturale della baia di Stagno Piccolo, le saline e due città, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per il suo valore storico, ma anche per la sua struttura urbanistica. Le fortificazioni furono progettate e costruite da rinomati architetti, tra cui Juraj Dalmatinac, uno dei principali architetti della cattedrale di Sebenico (Šibenik). Merita davvero un grande rispetto un simile lavoro manuale di costruzione su di un terreno scosceso e accidentato. Riuscite a immaginare quanto deve essere stato difficile?
Originariamente le mura di pietra calcarea erano lunghe 7 km e alte dai 5 ai 10 m (fa paura pensare che un tempo non ci fossero corrimano) e il complesso, completato nel XV secolo, comprendeva 5 forti e 40 torri, 20 delle quali sono ancora in piedi. Purtroppo dopo la caduta della Repubblica di Ragusa, alcune parti delle mura furono demolite e, successivamente, dalle mura venne prelevato del materiale pietroso per costruire scuole e altri edifici comunitari, nonché un arco per la visita dell'Imperatore d'Austria nel 1884. Il muro intorno a Stagno Piccolo fu abbattuto, ma grazie al cielo qualcuno ebbe un po' di buon senso e non ci furono ulteriori demolizioni dopo la seconda guerra mondiale. Nel 2009 è stato portato a termine un restauro lungo 50 anni, che è durato così tanto tempo perché ogni nuova pietra è stata lavorata a mano rispettando fedelmente la struttura originale. Davvero notevole!
Siamo tornati sui nostri passi lungo il ripido tratto di muraglia e poi abbiamo ripreso a salire, su per il lungo tratto che porta a Stagno Piccolo. Attraverso la Torre Dobri, da dove si diparte un sentiero che si snoda su per la collina fino alle rovine del Forte di Bartolomeo, sulla cima. Ci avevano detto che il sentiero era, in alcuni punti, eccessivamente ricoperto di vegetazione e che percorrerlo sarebbe stato un'impresa per escursionisti esperti e ben preparati. Così abbiamo proseguito verso la Torre Dolina e ad ogni passo abbiamo ammirato l'incredibile panorama intorno a noi. Ci sono voluti circa 40 minuti per raggiungere Stagno Piccolo entrando dalla cresta della collina a fianco della fortezza di Koruna ( anch'essa in corso di restauro al momento) che sta di guardia sopra l'incantevole cittadina.
Il porto di Stagno Piccolo, progettato per richiamare quello di Ragusa, ha una torre circolare, tre arsenali e una porta sulla quale la testa di pietra di San Biagio (patrono di entrambe le città) sorveglia la zona. E qui, ci ha accolto uno splendido lungomare, fiancheggiato da ristoranti e negozi.
Ogni anno nel mese di settembre queste mura di pietra, splendidamente posate, ospitano la maratona di Stagno. Non c'è da stupirsi che sia conosciuta come una delle maratone più difficili del mondo. È bastato, infatti, il ritmo costante della nostra camminata per farmi sbuffare e ansimare. A quel punto ci era venuta una certa fame e il pensiero delle famose ostriche di Stagno, raccolte a mano dai Romani nel XVI secolo, e ancora oggi considerate le più deliziose del mondo, mi faceva venire l'acquolina in bocca.
Stagno ospita anche un Festival annuale della raccolta del sale e, naturalmente, un Festival delle ostriche. Noi dovevamo ancora fare il viaggio di ritorno per la strada che avevamo percorso, ma se voi aveste abbastanza tempo, potreste partecipare a un'escursione in barca per vedere gli allevamenti di ostriche nella baia di Kuta, che parte da Stagno Piccolo, e gustare un'ostrica distribuita a bordo.
Comunque, eccoci lì, il nostro allegro gruppetto di viaggiatori che, in quello splendido scenario, si tuffa in un appetitoso piatto di ostriche... con l'aggiunta di un po' di limone e un pizzico di sale di Stagno. Ovviamente innaffiato con Mali Plavac, il vino rosso rubino per cui Sabbioncello è famosa. Živjeli! Salute! Auguri di una lunga vita! Le ostriche sono considerate un afrodisiaco, come conferma un cartello del ristorante che proclama: "Chi mangia ostriche ama di più".
Che modo appagante di festeggiare in una simile giornata straordinaria, immersi nello spirito di questo luogo preziosissimo che offre il meglio della storia, della gastronomia, dell'enologia e dello splendore della natura. Queste orgogliose mura sono custodi di racconti e favole dimenticate nella notte dei tempi, ma che ancora oggi sanno delicatamente offrire i propri gioielli per essere ricordate e riscoperte.
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Autrice: Diana Karmela
Foto: Wikipedia, Shutterstock