In barca a vela verso una terra di leggenda e bellezza: Rovigno (Rovinj), Istria

In barca a vela verso una terra di leggenda e bellezza: Rovigno (Rovinj), Istria
20/05/2022

Molti di voi conoscono la Croazia come una destinazione turistica e nautica tra le più gettonate. Ma avete mai sentito parlare di una gemma nella penisola istriana chiamata Rovigno? Beh, noi siamo rimasti incantati da questa antica e pittoresca città con il mare azzurro, le case colorate e le strade di ciottoli lucidi e ben lavorati che ci hanno sorpreso ad ogni passo.

Rovigno ha una storia interessante e ricca che risale ai tempi in cui era un insediamento delle popolazioni veneziane o illiriche. Divenne parte dell'Impero carolingio nel 788, passò successivamente a diversi governanti, divenne parte dell'Impero bizantino finché, nel 1283, non la conquistò la Repubblica di Venezia. Nel 1797 passò all'Impero asburgico e vi restò fino alla Prima guerra mondiale. Fu parte del Regno d'Italia fino al 1947, quando fu ceduta alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e oggi fa parte della Croazia, stato indipendente dal 1991. Tutti questi cambiamenti epocali si riflettono nei preziosi monumenti e nella cultura della città.

A Rovigno sia l'italiano che il croato sono lingue ufficiali, mentre l'istriano, che un tempo era una lingua romanza comune in questa zona, viene ancora parlato da alcuni cittadini. Il territorio di Rovigno, che una volta era un'isola, venne unito alla penisola istriana nel 1763, quando riempirono il canale che la separava dalla terraferma. L'arcipelago di Rovigno, con i suoi 22 isolotti, è un incredibile parco giochi per i marinai. Le isole sono classificate come "paesaggio di valore eccezionale" per quanto riguarda la conservazione di una moltitudine di specie di piante e alberi.

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Navigare verso Rovigno ed esplorare la città vecchia

Siamo arrivati a Rovigno con uno yacht a noleggio, che abbiamo ormeggiato nel lussuoso e ultramoderno ACI Marina. Consigliamo vivamente questo porto turistico perché offre veramente tutti i comfort che il cuore di un marinaio possa desiderare.

Ci sarebbe stato molto da vedere e da fare in questa zona, ma il programma della giornata era quello di dirigersi verso la città vecchia e concentrarci sull'elemento di maggiore interesse, che aveva attirato la nostra attenzione, vale a dire la chiesa di Sant'Eufemia.

Dopo una piacevole passeggiata mattutina sul lungomare, nel corso della quale ci siamo immersi nella bellezza della costa, abbiamo potuto apprezzare gli odori, i suoni e le vedute pittoresche dei pescatori nelle loro barche con i gabbiani starnazzanti che girano intorno a loro e il trambusto del porto della città, siamo arrivati alla piazza di maresciallo Tito e abbiamo camminato attraverso l'Arco dei Balbi. Costruito nel 1678/79 al posto della porta della città vecchia, l'arco ha la testa scolpita di un turco su un lato e quella di un veneziano sull'altro. Da qui ci siamo diretti in via Grisia e ci siamo concessi un po' di tempo per dare un'occhiata alle eccentriche gallerie d'arte e agli interessanti negozi nel centro della città vecchia.

Una delle famose attrazioni di Rovigno, un evento che si svolge ogni anno una domenica di agosto, è la mostra d'arte all'aperto Grisia, che presenta le opere d'arte di bambini, così come di artisti dilettanti e professionisti provenienti da tutti gli angoli dell'Istria, della Croazia, ma anche da altre zone. Via Grisia si colora, la gente viene da ogni parte per ammirare un simile spettacolo di creatività! Inoltre, vengono assegnati premi agli artisti che espongono le migliori opere d'arte.

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La leggenda di una giovane martire, Sant’Eufemia

Ci siamo poi incamminati in salita lungo le strade che portano alla chiesa. Arroccata in cima alla collina che domina la città vecchia di Rovigno, la chiesa di Sant'Eufemia testimonia la leggenda secolare della santa patrona della città, che ora vi raccontiamo.

Nell'anno 290 nell'antica città di Calcedon, sulla sponda opposta del Bosforo rispetto a Bisanzio (quella che oggi conosciamo come Istanbul), nacque una ragazza di nome Eufemia. I suoi genitori, Philophronos e Theodosia, erano stimati patrizi, esponenti cioè delle famiglie della classe dirigente ai tempi dell'antica Roma. Fin dalla giovane età Eufemia fu consacrata alla verginità.

Durante il regno dell'imperatore romano Diocleziano, dal 284 al 305, molti cristiani furono perseguitati e uccisi. Quando Eufemia aveva 14 anni, Prisco, il governatore di Calcedonia, decretò che tutti i cittadini dovessero partecipare ai riti sacrificali dedicati alla divinità Ares. Eufemia, insieme ad altri 49 cristiani, si nascose in una casa e qui, contravvenendo al decreto, pregarono Dio. I soldati di Diocleziano li trovarono, li catturarono e ordinarono loro di rinunciare al cristianesimo. Al loro rifiuto, furono torturati per diversi giorni e vennero poi mandati dall'imperatore per essere processati. Non però Eufemia, la più giovane, che restò fedele alle sue convinzioni rivendicando la devozione a Cristo. Eufemia venne severamente punita, fu crudelmente torturata su una ruota, ma il suo spirito non si spezzò mai. Fu quindi gettata in pasto ai leoni, i quali, anche se la uccisero, non ne devastarono il corpo. Così i cristiani raccolsero e conservarono i suoi resti. Un'altra versione della storia è che i leoni si limitarono a leccare le sue ferite, mentre fu un orso, anch'esso all'interno dell'arena, a sbranare a morte la martire.

Non si sa nulla della vita precedente di questa giovane ragazza, ma il suo martirio venne registrato nell'agiografia (biografia dei santi) intitolata "La leggenda d'oro" ed il giorno della sua morte è il 16 settembre 304.

Nel 620 i Persiani conquistarono la città di Calcedonia e il sarcofago contenente i resti di Sant'Eufemia venne trasportato a Costantinopoli. In suo onore, l'imperatore Costantino costruì una grande chiesa in cui furono deposte le sue ossa. Esse rimasero in un sarcofago d'oro fino a quando gli Iconoclasti (distruttori di icone) presero il potere e pare che il sarcofago venne poi gettato in mare.

Il resto venne tramandato di generazione in generazione nei racconti di folclore. Alcuni dicono che nell'anno 800, due pescatori furono sorpresi da una grande tempesta al largo di Rovigno e si inginocchiarono per pregare per la loro salvezza. Il giorno dopo (il 13 luglio) si svegliarono all'alba e videro una luce bianca brillare su di un oggetto che stava affondando in mare. Non riuscirono a recuperare l'oggetto, che si rivelò essere un sarcofago di marmo, ma si precipitarono a raccontare il miracolo alla gente del posto per cercare aiuto. Molti degli abitanti tentarono poi, senza riuscirci, di trasportare il pesante sarcofago fino alla chiesa di San Giorgio, appollaiata in cima alla collina. Secondo la leggenda, un ragazzino, che sosteneva che Santa Eufemia gli era apparsa in sogno, arrivò con le sue due piccole mucche e riuscì a trascinare il pesante sarcofago fino alla chiesa. Un'altra versione è invece quella di una pia vedova che usò i propri buoi per recuperarlo e trasportarlo fino alla cima della collina. Nel frattempo uno scettico rimase privo di sensi e disse più tardi di aver avuto una visione in cui Sant'Eufemia affermava che le ossa all'interno del sarcofago erano le sue.

Ad ogni modo, l'evento fu acclamato come un miracolo e Sant'Eufemia venne proclamata patrona e protettrice di Rovigno. Alla collina fu dato il nome di Collina di Sant'Eufemia e, per accogliere l'afflusso di pellegrini che arrivavano a renderle omaggio, nella metà del X secolo venne costruita una nuova e più grande chiesa a lei dedicata. Le reliquie, tuttavia, non trovarono ancora la loro sistemazione definitiva perché vennero rubate dai genovesi, che poi le persero a vantaggio dei veneziani, finché non vennero finalmente restituite a Rovigno nel XIV secolo.

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La chiesa dedicata a Sant'Eufemia

La chiesa di Sant'Eufemia ha subito ricostruzioni e rifacimenti che vennero completati nel 1736 e oggi si erge orgogliosa nel suo stile barocco istriano. Abbiamo dedicato un po' di tempo all'esplorazione del suo interno, che è impreziosito da statue gotiche, opulenti manufatti e affreschi. Gli affreschi e i dipinti illustrano il martirio e le sofferenze di Sant'Eufemia, e, tra gli altri, c'è anche un dipinto del XVI secolo de "L'ultima cena". Accanto al sarcofago di Sant'Eufemia si trova invece un favoloso dipinto che rappresenta la leggenda del suo recupero dalle acque del mare. Nella parte centrale c'è una statua di San Giorgio e il drago, mentre sui tre altari principali di marmo ci sono le statue di San Marco con il leone, San Rocco con il cane e il magnifico altare principale con la statua placcata in oro del XV secolo di una Sant'Eufemia circondata dagli angeli.

Il campanile in stile veneziano, alto più di 60 metri, è visibile da lontano ed è sormontato da una banderuola raffigurante Sant'Eufemia che si muove e balla girando con il vento. Naturalmente non potevamo venire fino a qui e non salire in cima al campanile per godere di una prospettiva migliore sul panorama sotto di noi. Il biglietto d'ingresso costa 20 kune (2,6€) e le merita tutte.

Abbiamo ammirato la carismatica città vecchia sotto di noi con i suoi tetti di terracotta, il porto e le spiagge che circondano la riva del mare. La vista panoramica a 360 gradi è incredibile! Guardando verso l'entroterra si vede la penisola istriana, con i suoi campi a scacchiera in cui il verde della vegetazione si alterna al marrone della terra. A nord abbiamo visto una bella baia fiancheggiata da case, negozi e alberghi sul lungomare. Verso est c'è la più vicina e seconda isola più grande di Santa Caterina che domina la baia con le isole più piccole, punteggiate nel mare blu ceruleo che si estende al di là di essa. Oltre Santa Caterina si vedeva l'ACI Marina in tutto il suo splendore. Abbiamo fatto una scommessa su chi di noi sarebbe riuscito ad avvistare per primo il nostro yacht ed è stato il nostro skipper a vincerla! Siccome avevamo in programma di issare le vele dopo un paio di giorni e fare una tranquilla ricognizione dell'arcipelago, da questa altissima prospettiva è stato divertente tracciare e indicare la rotta che avremmo seguito navigando intorno alle isole.

Il 16 settembre, il giorno dedicato a Sant'Eufemia, viene celebrato ogni anno nella piazza principale di Rovigno con una grande manifestazione che attira molti visitatori. In questo giorno è tradizione mangiare montone con crauti e 'fritule' (una frittella dolce istriana).

Sono molte le chiese costruite in onore di Sant’Eufemia, che viene venerata in tutto il mondo orientale, sia ortodosso che cristiano. Scommetto che non lo sapevate, ma c'è anche un asteroide che porta il suo nome: 630 Eufemia. Ed è giusto che una santa tanto ammirata abbia un posto persino tra le stelle.

 

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Autore: Diana Karmela

Fotografie: Robert Stanojević

Fornito da:
Rovinj


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