Mentre ci stavamo addentrando nel porto a bordo della nostra barca, gettando l’ancora e preparando le funi da ormeggiare, Steni Vala (sull’Isola di Alanissos) ci è apparsa stranamente silenziosa. Altre due barche a vela ondeggiavano ancorate, mentre un caicco per la pesca ai gamberi dipinto di arancione e blu ci seguiva in porto. Siamo balzati sulla banchina a caccia di autentico caffè greco e un po’ di sana conversazione. Dopo aver studiato la zona, abbiamo scelto di fermarci in un bar blu e bianco e ci siamo seduti sereni all’ombra di alcuni alberi della gomma. Erano presenti soltanto degli altri marinai, seduti al tavolo accanto al nostro, con i quali abbiamo scambiato le due chiacchiere tipiche di chi trascorre una giornata in porto. Da dove venite? Dove state andando? Verso dove salperete? Avete visto le previsioni del tempo?
Una fresca pausa
In mano un cappuccino ghiacciato, gli occhi fissi sul mare, ancora disseminato di spumose creste e bianca schiuma, abbiamo ripensato all’avventurosa giornata che ci ha condotti qui. Avevamo intenzione di salpare presto alla volta della stupenda Baia di Panormo, sull’Isola di Skopelos, antico sito di ancoraggio per pirati e invasori, ma una cosa tira l’altra, e avevamo finito col partire in ritardo. Di conseguenza, ci siamo imbattuti nel ‘meletemi’, il vesto estivo settentrionale che si alza di pomeriggio e può spirare per vari giorni. Navigare tra le Isole Sporadi significa essere esposti al vento, ma esistono molti ripari.
Attraversare lo stretto che separa Skopelos e Alonissos si era rivelato particolarmente impegnativo e scomodo anche se, fortunatamente, non ci aveva portato via troppo tempo. Avevamo perso alcune cose in mare, come è accaduto a molti prima di noi. Ma nelle abili mani del nostro Capitano e dell’equipaggio la nostra barca ha attraversato il canale indenne, e così siamo giunti qua, sferzati dal vento ma divertiti e felici di essere al sicuro, ormeggiati nel tranquillo porto di Steni Vala, Alanissos, ultima fermata prima di addentrarsi nelle sparpagliate isole esterne delle Sporadi settentrionali.
Di tutto un po’
Steni Vala è stata per lungo tempo una meta favorita per marinai indipendenti e barche a vela, offrendo ai pescatori locali un valido riparo da forti venti e tempeste. Qui, potevano attendere la fine della tempesta, riposare, riparare le reti, bere e consumare dei pasti genuini. Un paio di generazioni dopo, Steni Vala è una fiorente meta turistica estiva provvista di albergo, strutture per gli sport acquatici e taverne disposte lungo il molo che divengono particolarmente sovraffollate in estate. Qui, potrete incontrare marinai che girano il mondo in solitaria o interi equipaggi.
Noi siamo giunti qua verso la fine di agosto, dopo l’alta stagione, e di pomeriggio. Ciò spiega la strana ma gradevole calma che regna in quel luogo. La proverbiale quiete dopo la tempesta. Anche noi dobbiamo attendere che il vento troppo intenso si plachi in questo riparato angolo di paradiso, facendo rifornimento nei ben forniti supermercati, godendoci un pasto al fresco avvolti dal profumo dei gelsomini, e sognando le ancor più pacifiche isolette delle Sporadi settentrionali.
Riprendendo a navigare
Il giorno seguente, il vento forza 7 continua a spirare e altre navi hanno fatto la loro comparsa in porto alla ricerca di riparo. Osserviamo la mappa della zona e iniziamo a pianificare la nostra rotta tra le isole, notando i due grandi porti naturali sull’Isola di Kira Panagia, a nord-est rispetto a Steni Vala, che potrebbero offrirci riparo qualora il vento si sollevasse nuovamente. Se il tempo ce lo permettesse, da lì potremmo salpare e dopo una piccola tappa a Gioura per ammirare un paio di capre selvatiche, potremmo far rotta verso l’isola situata più a nord di tutto l’arcipelago, ovvero Psathoura, che sulla mappa appare come una chiazza gialla in mezzo al blu.
Solleviamo lo sguardo dalla mappa, ammirando all’orizzonte le isole dei Due Fratelli, che si stagliano blu-grigiastre e fosche in lontananza. Poi, riportiamo lo sguardo sulla mappa dove, a sud est di tali isole, è segnata la sabbiosa e pianeggiante Skantzoura.
“Domani finirà il grande vento!” grida all’improvviso una voce entusiasta distogliendoci dalla mappa. “Domani partirete! Presto! Il vento vi sarà favorevole!” esclama un volto gioioso da sotto un cappello da pescatore, le mani nodose strette attorno ad una lattina di Amstel. Come un’onda, l’uomo scompare all’improvviso come era comparso.
Ripieghiamo la mappa, gli occhi fissi sull’orizzonte rosso carminio, gli alberi maestri delle barche che ondeggiano sullo sfondo desiderosi che il vento cessi. Domani, dunque.